Ex Convenzione Enpals-Siae

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LA EX CONVENZIONE TRA SIAE ED ENPALS.
I pro e i contro.
(argomento correlato al cap 1 – Il Sommerso, le origini e le conseguenze)

Il lavoro ispettivo dei mandatari SIAE, iniziato (per legge) nel 2001 e concluso il 31 dic. 2011, fece sì che dopo anni di mancanza di verifiche, nel corso dei quali la maggior parte dei musicisti neanche sapeva cos’era l’Enpals, finalmente iniziò un percorso d’informazione e riemersione.
L’operazione, unitamente ai risparmi di cassa dovuti alle difficoltà di tanti per andare in pensione, fu sufficiente all’Enpals per uscire dal deficit annuale cronico di circa 500 miliardi di vecchie lire e addirittura per diventare l’unico ente previdenziale in attivo, prima dell’accorpamento all’Inps.
Per contro, l’autentico fallimento è stato il metodo con cui gli agenti territoriali della Siae furono costretti ad operare; agenti mandati allo sbaraglio, senza che la convenzione fosse stata preceduta da una necessaria semplificazione dei meccanismi per i versamenti dei contributi. Meccanismi complessi che erano e restano la principale causa del sommerso.

Ma andiamo con ordine.

Con questa convenzione, la direzione dell’ENPALS aveva ritenuto di sopperire alla carenza numerica di “ispettori propri” delegando alle verifiche gli agenti mandatari della SIAE, allora oltre 600 e sparsi uniformante su tutto il territorio nazionale.
Le presunte buone intenzioni facevano leva sul fatto che gli agenti Siae, per il loro lavoro, già abitualmente controllano gli eventi di spettacolo, che che come è noto, avvengono massivamente in ore serali. Come dire che, tanto valeva affidar loro anche questo incarico, piuttosto che pagare gli straordinari ai pochi ispettori Enpals o assumerne altri.
Idea eccellente, ma solo in apparenza.
Difatti:

  • Ottima soluzione come uffici periferici.
  • Totalmente fallace il “metodo ispettivo”.

Diciamolo francamente, i mandatari SIAE sono come gli agenti di commercio: lavoratori autonomi “a percentuale”, … e già hanno un compito non facile nella riscossione dei diritti d’autore per il semplice morivo che le tariffe nel nostro paese sono molto alte e spesso irrazionali. Come potevano costoro assumere anche l’incarico di “ispettori del lavoro” presso soggetti che sono LORO CLIENTI e, per di più,  spesso restii a pagare gli stessi diritti d’autore?

Il risultato…?

Gli agenti/mandatari SIAE, che pur qualcosa dovevano fare (per legge), salvo rare eccezioni orientarono i controlli verso eventi marginali, dove la loro “provvigione” era irrilevante: piccoli pub, gelaterie estive, pizzerie periferiche del sabato sera con un po’ di “liscio” di animazione e addirittura piccole bande amatoriali e cori folcloristici. Accadeva sovente che al loro arrivo erano momenti di panico tra musicisti ed esercenti.
Per inciso: probabilmente fu proprio da questo ultimo dettaglio che alcuni legislatori intervennero proponendo quello che diventò il famigerato comma 188.

Ovviamente, i mandatari SIAE si ben guardarono dall’effettuare verifiche in spettacoli di alta levatura commerciale, dove il loro aggio è determinante per il proprio giusto reddito. Una contraddizione questa facilmente prevedibile e che noi di SOS MUSICISTI avevamo denunziato fin dall’inizio della convenzione. Infatti una tale massiccia operazione non poteva essere avviata senza aver prima risolto gli annosi problemi burocratici connessi alle difficoltà dei versamenti contributivi e senza una equa regolamentazione per i dilettanti.
Mai ci è stato dato ascolto!

E’ accaduto anche che, già dopo i primi anni di questa esperienza, i vertici della SIAE e dell’ENPALS dichiaravano di essere riusciti a far “emergere” migliaia di IMPRESE e a far versare i contributi a decine di migliaia di musicisti…

Non è stato proprio così…
Di fatto, furono catalogate come IMPRESE DI SPETTACOLO migliaia di esercizi pubblici che, come detto sopra, facevano un po’ di musica occasionalmente: … gelaterie da 20 serate nel periodo estivo, piccoli pub, etc.

E i musicisti…?
Furono immatricolati all’Enpals decine di migliaia di principianti, mentre fior fiore di musicisti professionisti e tecnici continuavano  “a nero” in tanti grandi eventi (purtroppo per loro).
Era questo l’obiettivo della convenzione?
Questa era la soluzione del sommerso?

In due o tre anni il numero degli iscritti all’Enpals crebbe in maniera esponenziale, ma quanti di questi erano autentici LAVORATORI DELLO SPETTACOLO?
La stragrande maggioranza, quando “fiutò” che il tutto era poco più di un bluff ritornò nel sommerso!
Anzi, fu proprio quello il periodo nel quale si moltiplicarono a dismisura le associazioni no-profit “di copertura” di cui a questo link: https://www.sosmusicisti.org/manifesto-dei-musicisti/cooperative/

E’ vero, bastò qualche anno di “terrorismo” per far incassare svariati milioni di euro all’Enpals e riportare il fondo in attivo, ma era chiaro fin dall’inizio che questa operazione non aveva i piedi per camminare.

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Gli effetti della convenzione andarono a scemare di anno in anno fino al mancato rinnovamento da parte della SIAE (31 dic. 2011). 
Ai vertici della SIAE, si eraro finalmente accorti che i loro agenti mandatari territoriali ci stavano semplicemente rimettendo la faccia!

Conclusione.
Il sommerso, a tutt’oggi, è tornato ad essere peggio di prima e se l’Enpals entrò nell’INPS con una dote (tesoretto) di oltre 2 miliardi di euro ( oggi diventati 5), il merito non va certo alla convenzione, ma all’elevatissimo numero dei musicisti appartenenti che, senza contributi sufficienti (i fatidici 2.400), hanno perso pensione e contributi come un drammatico gioco alla roulette!


L’ERRORE CONTINUA

Nonostante la pessima esperienza precedente,
delle convenzioni analoghe si stanno stringendo in questi ultimi anni con le Agenzie regionali delle Entrate.
Siamo sicuri che i mandatari SIAE non “piloteranno” ancora una volta i controlli solo nei piccoli eventi ?!?

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