23.02.2018.

Note preliminari di SOS MUSICISTI

  1. Quella di seguito è la versione integrale della legge, impaginata in una unica colonna per renderne più fruibile la leggibilità in luogo di quella in due colonne dello standard della Gazzetta Ufficiale.
    Alcune espressioni sono state evidenziate in grassetto perché ritenute più interessanti in merito alle finalità di SOS MUSICISTI.
    In calce, anche altre osservazioni.
  2. Vale la pena di ricordare che si tratta di una LEGGE di DELEGA per la quale, entro 12 mesi, il governo dovrà emettere i cd. Decreti Legislativi. Solo allora la legge avrà efficacia.
  3. Come SOS MUSICISTI riteniamo che la parte della legge che riguarda più direttamente gli scopi della associazione si riassume nelle lettera L dell’art. 2 (comma 4), laddove il governo sarà impegnato a provvedere una riforma fiscale e previdenziale a misura della attività dei musicisti, sistematicamente saltuaria e totalmente diversa da qualsiasi altro settore.
    In quelle circa 50 parole (su 5.000 della intera legge) si riassumono le innumerevoli documentazioni presentate in questi ultimi anni da SOS MUSICISTI, in occasione dei tanti incontri con parlamentari, dirigenti istituzionali, ecc, e nelle due memorie presentate alla Commissione del Senato nella fase progettuale della legge stessa.
    In poche parole, gran parte di quanto denunciato nel Manifesto dei Musicisti, potrebbe avere una soluzione.
  4. La legge si compone di 7 articoli di cui i principali sono i primi due. Il primo è l’enunciazione dei principi, il secondo (il più importante) costituisce l’insieme delle direttive su cui il governo è impegnato ad emettere i Decreti Legislativi.
  5. In calce tre Ordini del Giorno promossi da Sos Musicisti, di cui due sulla urgenza di una “definizione di musica dal vivo” senza la quale l’intera legge in sede di decreti attuativi di natura economica potrebbe incontrare difficoltà nell’individiare i beneficiari di provvedimenti di natura economica e un terzo OdG volto a migliorare la ricorrente locuzione “musica popolare contemporanea” potenzialmente foriera di fraintendimenti.

LEGGE n.  175 – 22 novembre 2017, (Codice dello spettacolo)

Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia.

 DALLA GAZZETTA  UFFICIALE DELLA  REPUBBLICA ITALIANA (Serie generale – n. 289 12-12-2017)

Dopo l’approvazione di Camera e Senato, IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA  PROMULGA  la seguente legge:
Art. 1 – Princìpi

Comma 1
La  Repubblica,  in  attuazione  degli  articoli  9, 21, 33 e 36 della Costituzione e nel quadro dei princìpi stabiliti  dall’articolo  167  del  Trattato  sul  funzionamento dell’Unione  europea,  dalla  Convenzione  Unesco  per  la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, fatta a Parigi il 17 ottobre 2003, di cui alla legge 27 settembre 2007, n. 167, e dalla Convenzione Unesco sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, adottata a Parigi il 20 ottobre 2005, di cui alla legge 19 febbraio 2007, n. 19:
a) promuove e sostiene lo spettacolo, nella pluralità delle sue diverse espressioni, quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura ed elemento di coesione e di identità nazionale, strumento di diffusione della conoscenza della cultura e dell’arte italiane in Europa e nel mondo, nonché quale componente dell’imprenditoria culturale e creativa e dell’offerta turistica nazionale;
b) riconosce il valore formativo ed educativo dello spettacolo, anche per favorire l’integrazione e per contrastare il disagio sociale, e il valore delle professioni artistiche e la loro specificità, assicurando altresì la tutela dei lavoratori del settore;
c) riconosce l’utilità sociale dello spettacolo, anche ai sensi della legge 6 giugno 2016, n. 106 (ndr. Riforma del Terzo Settore).

Comma 2
La Repubblica promuove e sostiene le attività  di spettacolo svolte in maniera professionale, caratterizzate dalla compresenza di professionalità artistiche e tecniche e di un pubblico, in un contesto unico e non riproducibile, e in particolare:
a) le attività teatrali;
b) le attività liriche, concertistiche, corali;
c) le attività musicali popolari contemporanee;
d) le attività di danza classica e contemporanea;
e) le attività circensi tradizionali e nelle forme contemporanee del circo di creazione, nonché le attività di spettacolo viaggiante;
f) le attività a carattere interdisciplinare e multidisciplinare quali espressioni della pluralità dei linguaggi artistici;
g) i carnevali storici e le rievocazioni storiche.

Comma 3
La Repubblica riconosce altresì:
a) il valore delle pratiche artistiche a carattere amatoriale, ivi inclusi i complessi bandistici e le formazioni teatrali e di danza, quali fattori di crescita socio-culturale;
b) il valore delle espressioni artistiche della canzone popolare d’autore;
c) la peculiarità del linguaggio espressivo del teatro di figura, sia nelle forme tradizionali sia nelle interpretazioni contemporanee;
d) la tradizione dei corpi di ballo italiani;
e) l’apporto degli artisti di strada alla valorizzazione dei contesti urbani e extra-urbani;
f) l’attività dei centri di sperimentazione e di ricerca, di documentazione e di formazione nelle arti  dello spettacolo.

Comma 4
L’intervento  pubblico  a  sostegno  delle  attività  di spettacolo favorisce e promuove, in particolare:
a) la qualità dell’offerta, la pluralità delle espressioni artistiche, i progetti e i processi di lavoro a carattere innovativo, riconoscendo il confronto e la diversità come espressione della contemporaneità;
b) la qualificazione delle competenze artistiche e tecniche, nonché l’interazione tra lo spettacolo e l’intera filiera culturale, educativa e del turismo;
c) le attività di spettacolo realizzate con il diretto coinvolgimento dei giovani fin dall’infanzia;
d) il teatro e altre forme dello spettacolo per ragazzi, incentivando la produzione qualificata e la ricerca;
e) l’accesso alla fruizione delle arti della scena, intese come opportunità di sviluppo culturale per tutti i cittadini, con particolare attenzione alle nuove generazioni di pubblico, fin dall’infanzia;
f) il riequilibrio territoriale e la diffusione nel Paese dell’offerta e della domanda delle attività di spettacolo, anche con riferimento alle aree geograficamente disagiate;
g) lo sviluppo di circuiti regionali di distribuzione, promozione e formazione tra i diversi soggetti e le strutture operanti nel settore dello spettacolo, anche con riferimento alle residenze artistiche, al fine di assicurare, anche in collaborazione con gli enti del terzo settore di cui alla legge 6 giugno 2016, n. 106, un’offerta di qualità su tutto il territorio nazionale e favorire la collaborazione con il sistema dell’istruzione scolastica di ogni ordine e grado;
h) la diffusione dello spettacolo italiano all’estero e i processi di internazionalizzazione, in particolare in ambito europeo, attraverso iniziative di coproduzione artistica, collaborazione e scambio, prevedendo forme di partenariato culturale, anche attraverso gli organismi preposti alla promozione all’estero, e favorendo la circolazione delle opere con specifico riguardo alle produzioni di giovani artisti;
i) la trasmissione dei saperi, la formazione professionale e il ricambio generazionale, al fine di valorizzare il potenziale creativo dei nuovi talenti;
l) la conservazione del patrimonio musicale, teatrale, coreutico, nonché della tradizione  della scena e dei suoi mestieri;
m) l’iniziativa dei singoli soggetti, volta a reperire risorse ulteriori rispetto al contributo pubblico;
n) le attività di spettacolo realizzate in luoghi di particolare interesse culturale, tali da consentire una reciproca azione di valorizzazione tra il luogo e l’attività;
o) le modalità di collaborazione tra Stato ed enti locali per l’individuazione di immobili pubblici non utilizzati o che versino in stato di abbandono o di degrado o di beni confiscati da concedere, nel rispetto di quanto previsto dalle disposizioni vigenti in ordine all’utilizzazione, alla valorizzazione e al trasferimento dei beni immobili pubblici, per le attività di cui al comma 2.


Art. 2 – DELEGHE AL GOVERNO

Comma 1
Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per il coordinamento e il riordino  delle  disposizioni legislative e di quelle regolamentari adottate ai sensi dell’articolo 24, comma 3-bis, del decreto-legge  24  giugno  2016,  n.  113, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2016, n. 160, in materia di attività, organizzazione e gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche e degli enti di cui al decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, e di cui alla legge 11 novembre 2003, n. 310, nonché per la riforma, la revisione e il riassetto della vigente disciplina nei settori del teatro, della musica, della danza, degli spettacoli viaggianti, delle attività circensi, dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche, mediante la redazione di un unico testo normativo denominato «codice dello spettacolo», al fine di conferire al settore un assetto più efficace, organico e conforme ai principi di semplificazione delle procedure amministrative e ottimizzazione della spesa e volto a migliorare la qualità artistico-culturale  delle attività, incentivandone la produzione, l’innovazione, nonché la fruizione da parte della  collettività, con particolare riguardo all’educazione permanente, in conformità alla raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006.

Comma 2
I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati tenuto conto delle disposizioni di cui all’articolo 1 e nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) adeguamento agli articoli 117 e 118 della Costituzione, anche alla luce della giurisprudenza della Corte costituzionale intervenuta nelle materie oggetto di delega;
b) razionalizzazione degli interventi di sostegno dello Stato, mantenendo o prevedendo, tra l’altro, tra le attribuzioni statali:

1) la gestione del Fondo unico per lo spettacolo di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163 (ndr. cd. FUS);
2) la  determinazione  dei  criteri  per  l’erogazione e delle modalità per la liquidazione e l’anticipazione dei contributi a valere sul Fondo unico per lo spettacolo con decreti non aventi natura regolamentare, da emanare sentito il Consiglio superiore dello spettacolo istituito dall’articolo 3 della presente legge e previa intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;
3) l’armonizzazione degli interventi dello Stato con quelli degli enti pubblici territoriali anche attraverso lo strumento dell’accordo di programma;
4) la promozione della diffusione delle produzioni italiane ed europee dello spettacolo e delle  opere  di giovani artisti e compositori emergenti di cui al comma 2 dell’articolo 7 del  decreto-legge  8 agosto 2013,  n.  91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, attraverso appositi spazi di programmazione nelle piattaforme radiotelevisive anche mediante specifici obblighi di trasmissione nel contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI – Radiotelevisione italiana s.p.a.;
5) l’attivazione di un tavolo programmatico tra Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ed  ENIT – Agenzia  nazionale  del  turismo, finalizzato all’inserimento delle attività di spettacolo nei percorsi turistici in tutto il territorio nazionale;
6) la promozione tra le giovani generazioni della cultura e delle pratiche dello spettacolo, anche mediante le nuove tecnologie, attraverso misure rivolte alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e agli enti o istituti di alta formazione;
7) la promozione dell’integrazione e dell’inclusione, attraverso attività formative, nonché  mediante  la pratica e la fruizione delle attività di spettacolo anche in contesti disagiati; 8) l’individuazione, d’intesa con la Conferenza unificata, di strumenti di accesso al credito  agevolato anche attraverso convenzioni con il sistema bancario, ivi incluso l’Istituto per il credito sportivo;

c) indicazione esplicita delle disposizioni abrogate, fatta salva l’applicazione  dell’articolo 15 delle disposizioni sulla legge in generale premesse al codice civile;
d) coordinamento formale e sostanziale del testo delle disposizioni vigenti, apportando le modifiche necessarie per garantire la coerenza giuridica, logica e sistematica della normativa e  per adeguare, aggiornare e semplificare il linguaggio normativo;
e) aggiornamento delle procedure, prevedendo la più estesa e ottimale utilizzazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, anche nei rapporti con i destinatari dell’azione amministrativa;
f) riconoscimento dell’importanza di assicurare la più ampia fruizione dello spettacolo, tenendo conto altresì delle specifiche esigenze delle persone con disabilità, secondo i princìpi stabiliti dalle convenzioni internazionali applicabili in materia.

Comma 3
Con  particolare riferimento alle fondazioni lirico-sinfoniche, i decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati nel rispetto del seguente criterio direttivo specifico: revisione dei criteri di ripartizione del contributo statale, anche tramite scorporo dal Fondo unico per lo spettacolo delle risorse ad esse destinate, in coerenza con le disposizioni adottate ai sensi dell’articolo 24, comma 3-bis, del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2016, n. 160, e con i princìpi di riparto delle risorse di cui all’articolo 1, comma 583, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, nonché sulla base dei seguenti ulteriori parametri:

a) rafforzamento della responsabilità del sovrintendente sulla gestione economico-finanziaria delle singole fondazioni;
b) revisione delle modalità di nomina e dei requisiti del sovrintendente e del direttore artistico prevedendo in particolare, nei casi di responsabilità accertata per lo scorretto svolgimento delle funzioni relative alla gestione economico-finanziaria, che al sovrintendente sia preclusa la possibilità di essere nominato per lo stesso ruolo o ruoli affini, anche in altre fondazioni;
c) realizzazione di coproduzioni nazionali e internazionali;
d) promozione e diffusione della cultura lirica, con particolare riguardo alle aree disagiate;
e) risultati artistici e gestionali del triennio precedente. 

Comma 4.
Con particolare riferimento ai settori del teatro, della musica, della danza, degli spettacoli viaggianti e delle attività circensi, dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche, i decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi specifici:

a) ottimizzazione dell’organizzazione e del funzionamento dei diversi settori sulla base dei princìpi di tutela e valorizzazione professionale dei lavoratori, di efficienza, corretta gestione, economicità, imprenditorialità e sinergia tra i diversi enti e soggetti operanti in ciascun settore o nell’ambito di settori diversi, anche al fine di favorire l’intervento congiunto di soggetti pubblici e privati, sostenendo la capacità di operare in rete tra soggetti e strutture del sistema artistico e culturale, adeguando il quadro delle disposizioni legislative alla pluralità dei linguaggi e delle espressioni dello spettacolo contemporaneo;

b) riconoscimento del ruolo dell’associazionismo nell’ambito della promozione delle attività di spettacolo;

c) miglioramento e responsabilizzazione della gestione;

d) ottimizzazione delle risorse attraverso l’individuazione di criteri e modalità di collaborazione nelle produzioni;

e) previsione, ai fini del riparto del Fondo unico per lo spettacolo, che i decreti non aventi natura regolamentare di cui al comma 2, lettera b), numero 2), definiscano i seguenti criteri:

1) l’adozione di regole tecniche di riparto sulla base dell’esame comparativo di appositi programmi di attività pluriennale presentati dagli enti e dagli organismi dello spettacolo, corredati di programmi per ciascuna annualità; 2) la valorizzazione della qualità delle produzioni;
3) la definizione di categorie tipologiche dei soggetti ammessi a presentare domanda, per ciascuno dei settori della danza, della musica, del teatro, delle attività circensi, degli spettacoli viaggianti, dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche;
4) l’adozione di misure per favorire la mobilità artistica e la circolazione delle opere a livello europeo e internazionale;
5) il finanziamento selettivo di progetti predisposti da giovani di età inferiore ai trentacinque anni;
6) l’erogazione di contributi per manifestazioni e spettacoli all’estero;
7) l’attivazione di piani straordinari, di durata pluriennale, per la ristrutturazione e l’aggiornamento tecnologico di teatri o strutture e spazi stabilmente destinati allo spettacolo, con particolare riferimento a quelli ubicati nei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti; 8) il sostegno ad azioni di riequilibrio territoriale e diffusione, anche tramite la realizzazione di specifici progetti di promozione e di sensibilizzazione del pubblico, da realizzare in collaborazione con gli enti territoriali, mediante i circuiti di distribuzione che includano anche i piccoli centri urbani;

f) in relazione al settore delle attività musicali di cui alla legge 14 agosto 1967, n. 800 (n.d.r. La precedente legge sugli spettacoli musicali che, in linea di massima, era stata pensata per la lirica e il balletto), revisione e riassetto della disciplina al fine di assicurare:

1) l’interazione tra i diversi organismi operanti nel settore, con particolare riguardo alle fondazioni lirico-sinfoniche, ai teatri di tradizione, alle istituzioni concertistico-orchestrali e ai complessi strumentali;
2) l’estensione delle misure di sostegno alle attività musicali popolari  contemporanee (vedi nota in calce) quali componenti fondamentali del patrimonio culturale, artistico, sociale ed economico del Paese, nonché quali elementi di coesione sociale e di aggregazione e strumenti centrali per lo sviluppo dell’offerta turistico-culturale;
3) la definizione delle figure che afferiscono all’organizzazione e alla produzione di musica popolare contemporanea e dei criteri e requisiti per l’esercizio della suddetta attività;
4) la valorizzazione delle musiche della tradizione popolare italiana, anche in chiave contemporanea, con progetti artistico-culturali di valenza regionale e locale;
5) il progressivo superamento dello strumento del contrassegno SIAE di cui all’articolo 181-bis   della legge 22 aprile 1941, n. 633, per quanto concerne la registrazione di opere musicali;

g) in relazione al settore della danza:
1) revisione della normativa in materia di promozione delle attività di danza, d’intesa con le altre amministrazioni competenti, con l’introduzione di disposizioni finalizzate a dare impulso alle opere di ricostruzione del repertorio coreutico classico e contemporaneo, alla produzione artistica e alla sperimentazione;
2) introduzione di una normativa relativa all’istituzione delle scuole di danza e al controllo e vigilanza sulle medesime nonché, al fine di regolamentare e garantire le professionalità  specifiche  nell’insegnamento della danza in questi contesti, individuazione di criteri e requisiti finalizzati all’abilitazione di tale insegnamento tramite la definizione di percorsi formativi e professionalizzanti certificati e validi su tutto il territorio nazionale;

h) revisione delle disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti, specificamente finalizzata al graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse;

i) introduzione di norme, nonché revisione di quelle vigenti in materia, volte all’avvicinamento dei giovani alle attività di spettacolo e finalizzate a creare un efficace percorso di educazione delle nuove generazioni, con riserva di un importo complessivo pari ad almeno il 3 per cento della dotazione del Fondo unico per lo spettacolo per la promozione di programmi di educazione nei settori dello spettacolo nelle scuole di ogni ordine e grado in coerenza con l’articolo 1, comma 7, lettere c) e f) , della legge 13 luglio 2015, n. 107, e con l’articolo 5 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 60;

l) riordino e introduzione di norme che, in armonia e coerenza con le disposizioni generali in materia, disciplinino in modo sistematico e unitario, con le opportune differenziazioni correlate allo specifico ambito di attività, il rapporto di lavoro nel settore dello spettacolo, nel rispetto, quanto agli aspetti retributivi, dell’articolo 36 della Costituzione e dell’articolo 2099 del codice civile, tenuto conto anche del carattere intermittente delle prestazioni lavorative con  riferimento  alle  specificità  contrattuali  e alle tutele sociali, anche previdenziali e assicurative;

m) fermo  restando  quanto  previsto  dai  decreti adottati in attuazione dell’articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124, introduzione di disposizioni volte a semplificare gli iter   autorizzativi e gli adempimenti burocratici relativi allo svolgimento di attività di pubblico spettacolo, ivi inclusa, di concerto con le altre amministrazioni competenti, l’autorizzazione di pubblica sicurezza;

n) sostegno alla diffusione dello spettacolo italiano all’estero e ai processi di internazionalizzazione, in particolare in ambito europeo, attraverso iniziative di coproduzione artistica, collaborazione e scambio, favorendo la mobilità e la circolazione delle opere, lo sviluppo di reti di offerta artistico-culturale di qualificato livello internazionale, ferme restando le competenze del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300;

o) sostegno all’internazionalizzazione delle produzioni di giovani artisti italiani, nonché degli spettacoli di musica popolare contemporanea, anche attraverso iniziative di coproduzione artistica e collaborazioni intersettoriali.

Comma 5
Il decreto o i decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentito il Consiglio superiore dello spettacolo di cui all’articolo 3 della presente legge e di concerto con i Ministri interessati, previa acquisizione dell’intesa in sede di Conferenza unificata e del parere del Consiglio di Stato, da rendere nel termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione dello schema di decreto legislativo, decorso il quale il Governo può comunque procedere. Gli schemi di decreto legislativo sono successivamente trasmessi alle Camere per l’espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, che si pronunciano nel termine di trenta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale i decreti legislativi possono essere comunque adottati. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari,  trasmette nuovamente il testo alle Camere con le  sue  osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. Le Commissioni competenti per materia e per i profili finanziari possono esprimersi sulle osservazioni del Governo entro il termine di dieci giorni dalla data della nuova trasmissione. Decorso tale termine, i decreti possono essere comunque adottati. Comma 6 Dal decreto o dai decreti legislativi di cui al comma 1 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. In conformità all’articolo 17, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, qualora uno o più decreti legislativi determinino nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazione al proprio interno, i medesimi decreti legislativi sono emanati solo successivamente o contestualmente all’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie.

Comma 7
Disposizioni correttive ed integrative dei decreti legislativi di cui al comma 1 possono essere adottate, nel rispetto degli stessi princìpi e criteri direttivi e con le medesime  procedure  di  cui  al presente articolo, entro due anni dalla data della loro entrata in vigore.


Art. 3 – CONSIGLIO SUPERIORE DELLO SPETTACOLO     
Comma 1
Al fine di assicurare la migliore e più efficace attuazione della presente legge, è istituito il Consiglio superiore dello spettacolo, di seguito denominato «Consiglio superiore». Comma 2 Il Consiglio superiore svolge compiti di consulenza e supporto nell’elaborazione ed attuazione delle politiche di settore, nonché nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività di spettacolo. In particolare, il Consiglio superiore:
a) svolge attività di analisi del settore dello spettacolo, nonché attività di monitoraggio e valutazione delle politiche pubbliche, con particolare riferimento agli effetti delle misure di sostegno previste dalla normativa vigente, utilizzando anche i dati resi disponibili, a richiesta, dalle competenti strutture del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, di seguito denominato «Ministero»;
b) formula proposte in merito agli indirizzi generali delle politiche pubbliche di sostegno, promozione e diffusione dello spettacolo, ai relativi interventi normativi e regolamentari, nonché all’attività di indirizzo e vigilanza, attribuita al Ministero;
c) esprime pareri sugli schemi di atti normativi e amministrativi generali afferenti la materia dello spettacolo e su questioni di carattere generale di particolare rilievo concernenti la suddetta materia;
d) esprime pareri e contribuisce a definire la posizione del Ministero in merito ad accordi internazionali nel settore dello spettacolo, nonché in materia di rapporti con le istituzioni dell’Unione europea o internazionali e con le altre istituzioni nazionali aventi attribuzioni nel medesimo settore;
e) esprime parere in merito ai criteri di ripartizione delle risorse tra i diversi settori di attività e sulle condizioni per la concessione dei contributi finanziari;
f)  organizza  consultazioni  periodiche  con  i  rappresentanti dei settori professionali interessati e con altri  soggetti  sull’andamento  del  settore  dello  spettacolo, nonché sull’evoluzione delle professioni, sul loro contesto tecnico, giuridico, economico e sociale, nonché sulle condizioni di formazione e di accesso alle medesime professioni;
g) formula proposte, tenendo conto delle analisi effettuate ai sensi della  lettera a) e a  seguito di apposite consultazioni organizzate ai sensi della lettera f), in merito ai contenuti delle disposizioni applicative inerenti il riparto del Fondo unico per lo spettacolo;
h) emana le linee guida cui deve attenersi il Ministero nella redazione di relazioni analitiche e descrittive inerenti l’attività nel settore dello spettacolo, nonché nelle relative analisi d’impatto;
i) esprime parere sui documenti d’analisi realizzati dal Ministero.

Comma 3
Il Consiglio superiore è composto da:
a) undici personalità del settore dello spettacolo di particolare e  comprovata  qualificazione  professionale  e capacità anche in campo giuridico, economico, amministrativo e gestionale, nominate, nel rispetto del principio dell’equilibrio di genere, dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, tre delle quali su designazione  della Conferenza unificata;
b) quattro membri scelti dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo nell’ambito di una rosa di nomi proposta dalle associazioni di categoria e dagli enti del terzo settore di cui alla legge 6 giugno 2016, n. 106, maggiormente rappresentativi del settore dello spettacolo.

Comma 4
Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo nomina il presidente del Consiglio superiore tra le personalità di cui al comma 3, lettera a). Il Ministero provvede alla comunicazione dei nominativi del presidente e dei componenti del Consiglio superiore alle Commissioni parlamentari competenti, allegando il curriculum vitae dei soggetti nominati.

Comma 5
Il Consiglio superiore adotta un regolamento interno per il proprio funzionamento. I pareri del Consiglio superiore sono espressi, di norma, entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta; nei casi di urgenza, il termine è ridotto a dieci giorni. In caso di parità di voti prevale il voto del presidente. Presso il Consiglio superiore opera una segreteria tecnica, formata da personale in servizio presso il Ministero. Le risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie per il funzionamento del Consiglio superiore sono assicurate dal Ministero nell’ambito di quelle disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Comma 6 Con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, sono stabiliti il regime di incompatibilità dei componenti e le modalità di svolgimento dei compiti del Consiglio superiore. Ai componenti del Consiglio superiore non spettano gettoni di presenza, compensi, indennità ed emolumenti comunque denominati, ad eccezione del rimborso delle spese effettivamente sostenute previsto dalla normativa vigente.

Comma 7 Il Consiglio superiore dura in carica tre anni. A decorrere dalla data del primo insediamento del Consiglio superiore è soppressa la Consulta per lo spettacolo prevista dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 89, e le relative attribuzioni sono assegnate al Consiglio superiore


       Art. 4. – Dotazione del Fondo unico per lo spettacolo e interventi in favore di attività culturali nei territori interessati da eventi sismici     

Comma 1 La dotazione del Fondo unico per lo spettacolo di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163, è incrementata di 9.500.000 euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019 e di 22.500.000 euro a decorrere dall’anno 2020.

Comma 2 Ai maggiori oneri derivanti dal comma 1 del presente articolo, pari a 9.500.000 euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019 e a 22.500.000 euro a decorrere dall’anno 2020, si provvede,  quanto a 9.500.000 euro per l’anno 2018, a 3 milioni di euro per l’anno 2019 e a 22.500.000 euro a decorrere dall’anno 2020, mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (ndr. Legge di Stabilità per il 2015), quanto a 5.500.000 euro per l’anno 2019, mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione  di  spesa di cui all’articolo 1, comma 199, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, e, quanto a 1 milione di euro per l’anno 2019, mediante corrispondente  riduzione  del  Fondo  per  interventi  strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.

Comma 3 Per l’anno 2018, è altresì autorizzata la spesa di 4 milioni di euro in favore di attività culturali nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, ripartiti secondo le medesime modalità previste dall’articolo 11, comma 3, quarto periodo, del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2017, n. 19. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 4 milioni di euro per l’anno 2018, si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 22, comma 8, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96.


Art. 5. BENEFICI E INCENTIVI FISCALI   

Comma 1
Al fine di incentivare ulteriormente la partecipazione dei privati al sostegno e al rafforzamento del settore dello spettacolo, al comma 1 dell’articolo 1 del decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, dopo la parola: «tradizione» sono inserite le seguenti: «, delle istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione».

Comma 2
Agli oneri derivanti dal comma 1, valutati in 1,1 milioni di euro per l’anno 2018, in 1,8 milioni di euro per l’anno 2019, in 2,3 milioni di euro per l’anno 2020 e in 1,9 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.
Comma 3 Al fine di promuovere la produzione musicale delle opere di artisti emergenti, le disposizioni di cui ai commi da 1 a 6 dell’articolo 7 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, continuano ad applicarsi a decorrere dal 1° gennaio 2018. Al comma 2, primo periodo, dell’articolo 7 del decreto-legge 8 agosto 2013, n.91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n.112, le parole: «prime o seconde» sono sostituite dalle seguenti: «prime, seconde o terze».
Comma 4 Agli oneri derivanti dal comma 3, pari a 4,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2018, si provvede, per l’anno 2018 e a decorrere dall’anno 2020, mediante corrispondente  riduzione  del  Fondo  di  cui  all’articolo  1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, e, per l’anno 2019, mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1,  comma 199, della medesima legge n. 190 del 2014.


          Art. 6. CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA   

Comma 1 Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.


          Art. 7. DISPOSIZIONE FINALE

Comma 1
All’articolo 24, comma 3-bis, lettera b), del decreto-legge  24 giugno 2016, n. 113, convertito,  con  modificazioni, dalla legge 7 agosto 2016, n.  160, le  parole:  «31  dicembre  2018» sono  sostituite  dalle  seguenti: «31 dicembre 2019». La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana.
È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato

Data a Roma, addì 22 novembre 2017
MATTARELLA GENTILONI  SILVERI, Presidente del Consiglio dei ministri
FRANCESCHINI,  Ministro  dei beni e delle attività culturali e del turismo
Visto, il Guardasigilli: ORLANDO


Si riportano di seguito due Ordini del Giorno – su iniziativa di Sos Musicisti – relativamente alla necessità di una definizione di musica dal vivo e un terzo sulla adozione di corrette tassonomie in luogo della locuzione fuorviante “musica popolare contemporanea” più volte ricorrente nella legge.

ODG 9/4652/30. Firmatari: On.li PellegrinoGiancarlo GiordanoPalese

La Camera,
premesso che:

il provvedimento è volto a ridisegnare gli interventi di Stato finalizzati al sostegno dello spettacolo, nella pluralità delle sue espressioni;
l’articolo 45 del decreto legislativo n. 35 del 2017 prevede che agli organizzatori di «spettacoli dal vivo» allestiti in luoghi con capienza massima di cento partecipanti, ovvero con rappresentazione di opere di giovani esordienti al di sotto dei trentacinque anni, titolari dell’intera quota dei relativi diritti d’autore, sono riconosciute forme di esenzione o di riduzione dalla corresponsione dei diritti d’autore;

il ricorso alla locuzione «spettacoli dal vivo» è destinata a generare forme fraudolente di abuso di richieste di esenzione soprattutto da parte di gestori di piccoli locali di mero intrattenimento, laddove è diffuso oramai il ricorso parziale o totale al playback;

l’unica definizione di «musica dal vivo» rintracciabile nel nostro ordinamento giuridico è quella contenuta in una circolare del Ministero delle Finanze (n. 165 del 2000) diramata per contrastare la dilagante elusione della imposta sugli intrattenimenti nelle discoteche;

per la suddetta circolare la musica può definirsi «dal vivo» quando l’emissione avviene attraverso l’armonizzazione di suoni polifonici realizzati attraverso l’uso diretto di più strumenti originali, ovvero con l’utilizzazione di strumenti strutturalmente polifonici, quali, ad esempio, il pianoforte, la fisarmonica, la chitarra, l’organo. Poi la circolare entra nel merito delle «basi» e degli «arranger» di cui sono dotati le tastiere elettroniche cd. «da pianobar», stabilendo che l’impiego di uno strumento musicale polifonico che si avvale però di una vera e propria orchestrazione preordinata o preregistrata con imitazione o riproduzione di vari e diversi strumenti musicali, non realizza autentica musica dal vivo, né può parlarsi di musica dal vivo quando l’emissione della musica avviene attraverso l’uso di basi musicali preregistrate o preordinate, in modo sostitutivo all’esecutore; in tal caso l’emissione deve essere considerata alla stessa stregua di un’esecuzione musicale effettuata con dischi o supporti analoghi. La stessa circolare entra nel merito dei cantanti che pur «dal vivo» cantano su basi, stabilendo che deve essere parimenti considerata musica dal vivo la prestazione del cantante che utilizzi basi musicali per intrattenimenti del tipo «karaoke» o, comunque, per la sua esibizione, non potendosi considerare dette ipotesi esecuzioni musicali dal vivo. Infine la circolare conclude che costituisce «musica dal vivo» solo l’effettiva esecuzione con strumenti di qualsiasi genere, senza l’utilizzazione ovvero con un utilizzo meramente residuale di supporti preregistrati o campionati;
il dato inequivocabile che discende dalla suddetta circolare è che con l’ausilio delle basi o degli automatismi delle moderne tastiere elettroniche non si realizza «musica dal vivo»;
è pertanto necessario introdurre nell’ordinamento giuridico una definizione puntuale ed univoca di musica dal vivo,

impegna il Governo

in sede di attuazione delle deleghe di cui all’articolo 2 del provvedimento, ad introdurre una disposizione che definisca musica dal vivo:

l’esecuzione in pubblico di opere musicali o di suoni attraverso l’uso, diretto e contestuale alla rappresentazione, di uno o più strumenti musicali monofonici o polifonici o di voci umane, senza impiego di basi musicali fissate su supporti di qualsiasi genere o di sequenze di suoni virtuali realizzate precedentemente alla esecuzione, ovvero con l’utilizzo delle medesime quando siano indispensabili alle esecuzioni stesse in termini creativi e non preordinate dalla riproduzione pedissequa o dal mero intento sostitutivo di musicisti strumentisti.
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O.D.G. Firmatario: On.le Gianluca VACCA

La Camera,
premesso che: 
il disegno di legge in esame reca disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia, nonché azioni volte a promuovere e a sostenere le attività di spettacolo caratterizzate dalla compresenza di professionalità artistiche e tecniche e di un pubblico;

nel provvedimento, in particolare, il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per il coordinamento e il riordino delle disposizioni legislative nonché  per la riforma, la revisione e il riassetto della vigente disciplina anche nei settori musicali;

ritiene urgente oggi un intervento normativo che introduca un’adeguata definizione della musica dal vivo, stabilendo con chiarezza quali debbano essere gli elementi caratterizzanti affinché  un’esibizione musicale possa essere così essere definita, e, pertanto, soggetta alle vigenti disposizioni in materia;

ritiene così opportuno introdurre un’opportuna definizione normativa che chiarisca come

solo l’esecuzione in pubblico di opere musicali o di suoni attraverso l’uso, diretto e contestuale alla rappresentazione, di uno o più strumenti musicali monofonici o polifonici o di voci umane, senza impiego di basi musicali fissate su supporti di qualsiasi genere o di sequenze di suoni virtuali realizzate precedentemente alla esecuzione, ovvero con l’utilizzo delle medesime quando siano indispensabili alle esecuzioni stesse in termini creativi e non preordinate dalla riproduzione pedissequa o dal mero intento sostitutivo di musicisti strumentisti, possa essere effettivamente inquadrata come spettacolo musicale dal vivo:

impegna il Governo:

ad intervenire al fine di garantire una definizione normativa in materia di musica dal vivo, assicurando la corretta applicazione delle disposizioni vigenti in materia e, allo stesso tempo, assicurando al pubblico presente una corretta informazione.
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O.d.G promosso dall’On. Roberto Rampi  che impegna il Governo a meglio definire La Musica Popolare Contemporanea.

La Camera,
premesso che: l’articolo 1, comma 2 affida alla Repubblica la promozione e il sostegno dello spettacolo, e tra le attività da sostenere, alla lettera c), sono indicate le attività musicali popolari contemporanee;
tra le attività musicali popolari contemporanee è opportuno riconoscere la funzione dell’attività musicale popolare e amatoriale,

impegna il Governo a valutare l’opportunità nei provvedimenti previsti in deroga di specificare meglio il campo di azione della definizione musica popolare contemporanea anche con l’aiuto di specialisti del settore e musicologi comprendendo tanto le tradizionali opere popolari (le tradizioni orali, regionali, del folklore) che la musica pop, rock, la canzone d’autore, le musiche audiotattili e tutti gli ambiti creativi che non rientrano nel settore classico e lirico.

9/4652/16. Coscia, Manzi, Bonaccorsi, Blažina, D’Ottavio, Iori, Ventricelli, Sgambato, Ghizzoni, Ascani, Palese.


LAVORI PREPARATORI
Senato della Repubblica (atto n. 2287-bis): 

Presentato  dal  Ministro  dei  beni  e  attività  culturali  e  del  turismo  Dario  FRANCESCHINI      (Governo     RENZI-I)  risultante  dallo  stralcio dell’art.  34  dell’A.S.  2287  deliberato  dall’assemblea  nella  seduta  del 6 ottobre 2016.

Assegnato alla 7ª commissione permanente (istruzione pubblica, beni  culturali),  in  sede  referente,  il  19  ottobre  2016  con  pareri  delle commissioni 1ª (affari costituzionali), 5ª (bilancio), 6ª (finanze), 10ª (industria), 11ª (lavoro), 12ª (sanità), Questioni regionali.
Esaminato dalla 7 ª commissione permanente (istruzione pubblica, beni culturali), in sede referente, in data 8, 9, 15, 22 novembre 2016; 11, 17, 18, 25, 31 gennaio 2017; 1, 7, 9, 15, 23, 28 febbraio 2017; 7, 8, 9, 21, 28, 29 marzo 2017; 5, 11 aprile 2017; 2, 3, 9, 16, 17, 23, 24, 30, 31 maggio 2017; 14, 20, 21, 27, 28 giugno 2017. Esaminato in aula in data 2 maggio 2017; 14, 19 settembre 2017 ed approvato in data 20 settembre 2017.      Camera dei deputati (atto n. 4652):
Assegnato  alla  VII  commissione  permanente  (cultura,  scienza  e istruzione), in sede referente, il 25 settembre 2017 con pareri delle commissioni I (affari costituzionali), III (affari esteri), V (bilancio), VI (finanze), VIII (ambiente), IX (trasporti), X (attività produttive), XI (lavoro), XII (affari sociali), XIII (agricoltura), XIV (pol. Unione europea),
Questioni regionali.

Esaminato dalla VII commissione permanente (cultura, scienza e istruzione), in sede referente, in data 3, 4, 10, 17, 18, 26 ottobre 2017.
Esaminato in aula in data 6 novembre 2017 ed approvato definitivamente in data 8 novembre 2017.  


Ulteriori chiarimenti di SOS MUSICISTI sulla definizione di “musica popolare contemporanea”, più volte ricorrente nella presente legge.

  • Supponendo che il legislatore per “musica popolare contemporanea” intendeva la musica NON classica, quella che sotto molte sfaccettature, in gergo internazionale si definisce “musica pop”, e ritenendo anche che tale definizione sia insufficiente e facilmente confondibile con quella di “musica di tradizione popolare” (art. 2, comma 4,  lettera f, punto 4), in sede di audizioni in Senato,
  • posto che: come Sos Musicisti avevamo a espressamente chiesto una definizione più chiara ed esaustiva, dando opportuni suggerimenti.
    In sede di approvazione della ultima stesura alla Camera ci è stato dato finalmente ascolto.
    E’ stato accolto infatti il seguente cd. Ordine del Giorno promosso dall’On. Rampi:
    “La Camera impegna il Governo a valutare l’opportunità, nei provvedimenti previsti in deroga, di specificare meglio il campo di azione della definizione musica popolare contemporanea anche con l’aiuto di specialisti del settore e musicologi comprendendo tanto le tradizionali opere popolari – le tradizioni orali, regionali, del folklore – che la musica pop, rock, la canzone d’autore, le musiche audiotattili e tutti gli ambiti creativi che non rientrano nel settore classico e lirico.”