Scuole di Musica – sintesi per Bobba

Luigi Bobba (con didascalia)

LE SCUOLE DI MUSICA E L’ASSOCIAZIONISMO

Sintesi della problematica a cura di SOS MUSICISTI – www.sosmusicisti.it
Documento prodotto per il Sottosegretariato alle Politiche Sociali nel 2016 al fine di perorare una specifica
area no-tax per le scuole di musica allorché si stava dando inizio alla riforma del Terzo Settore (associazionismo)

 

Premessa  n. 1. Di seguito, per “scuole di musica” non si intendono istituti privati parificati o comunque sovvenzionati, ma la miriade di piccole e medie iniziative promosse in genere da musicisti altrimenti disoccupati.

Premessa n. 2. La materia è ampiamente trattata al cap. 4 del Manifesto dei Musicisti.
https://www.sosmusicisti.org/manifesto-dei-musicisti/le-scuole-di-musica/

Il problema.
A causa delle lezioni individuali (rapporto 1 a 1 tra allievo e insegnante), caratteristica imprescindibile solo in questo settore, le scuole di musica non sovvenzionate (la quasi totalità), diffuse uniformemente su tutto il territorio nazionale, non hanno entrate sufficienti per ottemperare correttamente a oneri fiscali e previdenziali, motivo per cui è d’uso che siano promosse all’interno di associazioni no-profit allo scopo di averne qualche beneficio. Ovviamente, basandosi sull’assunto che l’attività è di carattere culturale.

Purtroppo, in occasione di verifiche della Agenzia delle Entrate, nonostante l’evidente elevata valenza sociale, a fronte di problemi economici insuperabili, lo status di associazione viene sistematicamente contestato, con impagabili imposizioni di IVA arretrate e sanzioni.

Soluzione. Occorre provvedere a mirate defiscalizzazioni al fine di evitare il ricorso forzato nonché umiliante alle formule: allievo = socio, retta = quota sociale supplementare,  incentivando l’utilizzo di specifica forma di IMPRESA SOCIALE con esenzione IVA, giustificata dalla alta valenza socio culturale di cui al punto precedente.

Ai fini Iva, Si suggerisce di intervenire sull’art.10 comma 20 legge 633/72.

Ai fini INPS si suggerisce di intervenire sull’art. 67, comma 1, lettera m, del T.U.I.R.

Bozze di emendamenti sono in uno specifico sottocapitolo del Manifesto dei Musicisti.
https://www.sosmusicisti.org/bozze-di-emendamenti/

I numeri. Solo considerando i disoccupati della musica con diploma (o laurea) di conservatorio si è ben oltre la cifra di 100.000 soggetti, ai quali vanno aggiunti almeno altrettanti musicisti non titolati, ma di mestiere, a loro volta disoccupati (nonostante la frequente elevata esperienza) per il trend negativo del settore. Le orchestrine di un tempo sono ridotte oggi a formazioni di pochi elementi e con scarsissime occasioni di lavoro. La concorrenza delle discoteche è inevitabile, così come è inarrestabile la concorrenza del karaoke, definibile come una sorta di trattenimento musicale “fai da te”.

Ne consegue che: l’attività di musicista/insegnante, un tempo secondaria, è ormai una consuetudine, ed è molto verosimile che gli occupati (comunque precari) nelle piccole e medie scuole di musica siano almeno la metà di tutti i musicisti professionisti del nostro paese. Si salvano da questa dilagante precarietà solo una sparuta minoranza di fortunati che negli anni sono riusciti ad avere un “posto” nei rari enti lirici, nei conservatori o nelle scuole medie.

La piaga della ineducazione musicale popolare nel nostro paese.

Le scuole di musica di fatto stanno surrogando lo Stato !!!

Già dal 2006, Il MIUR, riconoscendo la forte carenza di educazione musicale di base nel nostro paese, volle che fosse istituito  un Comitato per l’Apprendimento Pratico della Musica al fine di dettare le linee guida per una adeguata riforma dell’insegnamento della musica nella scuola pubblica, dalla Materna alle Medie superiori.

Nota: Il Comitato, costituito con legge dello Stato e che inizialmente doveva avere una durata di tre anni, è tutt’ora operativo essendo stato prorogato ad ogni scadenza triennale.

Nel marzo 2009, il Comitato, in ossequio all’incarico ministeriale, rilasciava un esaustivo documento avente per titolo FARE MUSICA TUTTI, reperibile sul sito del Comitato stesso all’indirizzo web:

http://archivio.pubblica.istruzione.it/comitato_musica_new/cosafacciamo_documenti.shtml

Sostanzialmente il documento del Comitato prevede:

  • l’introduzione della musica in ogni ordine e grado della scuola pubblica, a partire dalla scuola dell’infanzia,
  • l’insegnamento PRATICO degli strumenti musicali,
  • la fornitura GRATUITA degli strumenti stessi.

Quindi: migliaia di nuovi insegnanti, aule idonee (insonorizzate), strumenti gratuiti per gli allievi, etc.

Appare molto verosimile che lo Stato non possa permettersi tali spese, specie in questi anni di crisi. Se ne deduce di fatto che le scuole di musica di cui alla presente, pur operando ai limiti del volontariato, stanno di fatto SURROGANDO lo Stato stesso e lo faranno inevitabilmente per molti anni a venire.

E’ evidente che vanno incentivate. Non ci sono coperture finanziarie? … Almeno “defiscalizzazioni”.

Oltretutto, i costi per lo Stato sarebbero prossimi allo zero. Allo stato attuale le “Scuole di Musica”, non potendo pagare fisco e contributi … con accorgimenti funambolici, semplicemente “non pagano” (vedi punto 1).