SALVIAMO LE SCUOLE DI MUSICA

Roma, 13 febbraio 2016, presso l’istituto Seraphicum, in via del Serafico 1 (a meno di un chilometro dalla sede nazionale della S.I.A.E. che ha patrocinato l’evento), si è svolto all’insegna delle migliori previsioni il Convegno Nazionale sulle problematiche fiscali ed amministrative delle scuole di musica.

Il titolo era esplicito e stentoreo, come ben esordisce in un suo articolo lo scrittore e critico musicale Fabio Ciminiera presente al Convegno. … Non ammette giri di parole! Le scuole di musica, continua Fabio Ciminiera, sono un presidio culturale e, allo stesso tempo, una imprescindibile fonte di sussistenza, la principale in moltissimi casi, per i tanti musicisti, diplomati e non, presenti uniformemente sull’intero territorio nazionale.

Vanno quindi sostenute! … Come fare, in tempo di crisi senza precedenti come quello attuale? Non c’è altra strada: Defiscalizzazioni. Oltretutto, le scuole di musica, come si vedrà, sono fiscalmente improduttive. Quindi, l’operazione è a costo zero!

 

Da sinistra nella foto: Vittorio Di Menno Di Bucchianico (detto Victor Solaris, segretario nazionale di SOS MUSICISTI), dott.ssa Cinzia Alitto (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), M° Cristian Carrara (regione Lazio), Dott. Gianluca Ranieri (regione Abruzzo).


I PROBLEMI ECONOMICI
(tema del convegno).

E’ un dato di fatto che, solo in questo settore, le ineludibili lezioni “individuali” di strumento o di canto, rendono la redditività così esigua che gli operatori fanno grande fatica a sostenere le spese correnti e a corrispondere pur modesti corrispettivi agli insegnanti. Se si aggiungono gli oneri fiscali si arriva ai limiti dell’impossibile. E’ proprio il caso di dire: a un passo dal Volontariato.

Ne consegue che, almeno per evitare l’impagabile IVA, la formula adottata in maniera massiva è l’associazione no-profit, all’interno della quale gli allievi sono soci e le rette contribuzioni liberali. E’ evidente che, seppur indispensabile, si tratta di una forzatura … anche se in qualche modo sostenibile trattandosi infatti di attività socio/culturale. Forzatura che però, in caso di verifiche da parte della Agenzia delle Entrate (per fortuna rare), si trasforma facilmente in contestazione dello status di associazione e attribuzione d’ufficio di quello di “impresa commerciale”, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili.

Questo è solo il primo dei problemi. Resta poi quello degli altrettanto impagabili contributi previdenziali agli insegnanti e le ritenute fiscali. Se si rispettassero le regole, agli insegnanti resterebbe meno che per una colf. Di qui il “nero” o il “grigio” anche su questo secondo versante. … Spesso si è costretti alla formula del “rimborso spese” o, al massimo, a qualche “voucher”. Beninteso, con il tacito, consenso degli insegnanti stessi. Capita spesso che siano loro stessi a chiedere di essere pagati in nero, pur di avere qualcosa di più in tasca.

 E’ necessario sottolineare che, quando si parla di impagabili tasse e contributi previdenziali, ci riferisce unicamente alle scuole che non usufruiscono di contributi pubblici e si basano solo sulle rette delle famiglie che, specie in provincia, non si discostano di molto da palestre, piscine, ecc. Riteniamo che, in presenza di congrui contributi pubblici, almeno i contributi agli insegnanti possano/debbano essere versati. Altresì va sottolineato purtroppo che le scuole sovvenzionate sono sempre più rare, se non in via di estinzione.


LA QUESTIONE SOCIO/CULTURALE

Nel convegno è stato evidenziato che, a fronte di questa situazione di umiliante costrizione e disagio, le scuole di musica, diffuse a migliaia su tutto il territorio nazionale (non c’è piccolo paese ove non vi sia una scuola di musica), in ambito di educazione musicale di base stanno di fatto surrogando lo Stato che mai potrebbe permettersi un rapporto di uno a uno tra insegnante ed allievo. Né è immaginabile che lo Stato possa dotarsi di aule insonorizzate e quant’altro indispensabile per l’insegnamento di strumenti musicali. Forse è per la enorme passione per la musica degli addetti o per una encomiabile vocazione all’altruismo, ma nelle pur piccole scuole di musica si fa di tutto per dotarsi di idonee attrezzature, anche a costo di restare scoperti per gli imprevisti che, tra l’altro, non mancano mai. Come dire che, i promotori e gli insegnanti stessi hanno un ruolo socialmente insostituibile che andrebbe premiato e incoraggiato.

Cosa fare in tempi di crisi e in mancanza di denaro pubblico?

Unico percorso è quello di mirate defiscalizzazioni che tolgano almeno il comparto dalla Spada di Damocle della Agenzia delle Entrate (per quanto riguarda Iva e tasse), in subordine: una area no-tax per gli insegnanti al pari di quanto già in essere nello sport (art. 67 TUIR comma 1 lettera m).

Nel convegno, supportato da 66 efficaci slide, oltre a dettagliate proposte di emendamenti di normative già in essere, sono state anche illustrate le innumerevoli leggi sulla musica che da oltre venti anni si trascinano nelle Commissioni Parlamentari di Cultura e Lavoro senza mai approdare alle Camere … e, in ogni caso, senza alcun accenno alle problematiche delle scuole di musica. Come dire che, ammesso che qualche riforma fosse andata a buon fine, non avrebbe riguardato questo problema. Sono anche state illustrate le recenti iniziative parlamentari per la scuola pubblica, a nostro avviso destinate a poco o nulla per via della crisi, e anch’esse con pochi accenni alle scuole di musica non pubbliche.

Per inciso, gli unici riferimenti alle scuole di musica contenuti nel resoconto dell’affare assegnato n. 409 sulla musica, sono da ricondurre alla audizione del nostro sodalizio. Sembra impossibile, ma nessuna altra associazione di settore o sindacato si è mai posto il problema economico delle scuole di musica.

Eppure si tratta di una fascia di lavoratori, pur precari a vita, si stimato in almeno 70mila soggetti. Un numero che probabilmente supera quello degli insegnanti di musica assorbiti o assorbibili dalla amministrazione pubblica della scuola.


IL MINISTERO DEL LAVORO

In previsione della riforma del terzo settore (no-profit), in un incontro del 13 aprile 2015, una delegazione di SOS MUSICISTI aveva già esposto questa problematica presso il sottosegretariato alle Politiche Sociali, e al Convegno, a seguito di invito ufficiale,ha partecipato il dirigente Capo, dott.ssa Cinzia Alitto,  in rappresentanza del sottosegretario, on. Luigi Bobba.

Nel suo intervento, la dott.ssa Alitto, come già nell’incontro precedente, ha dato la netta impressione di aver ampiamente recepito la problematica. Ha riferito infatti che il sottosegretario è già al corrente della questione e le scuole di musica saranno sicuro oggetto di interesse nei c.d. Decreti Attuativi della riforma sull’Associazionismo e dell’Impresa Sociale.

Vale la pena di sottolineare che la dott.ssa Cinzia Alitto non si è limitata al consueto “saluto” istituzionale, ma si è trattenuta per tutto il convegno stesso che è durato ben oltre le due ore previste.


IL RUOLO DELLE REGIONI

Come da programma sono intervenuti: il M° Cristian Carrara, presidente della Commissione Cultura della Regione Lazio, musicista e compositore di spessore ancor prima che uomo politico e il dott. Gianluca Ranieri, vice presidente della Commissione Cultura della Regione Abruzzo, consulente del lavoro particolarmente esperto della materia.

Cristian Carrara
Gianluca Ranieri

I due rappresentanti regionali erano stati invitati per un  motivo ben preciso: la Regione Emilia e Romagna, unica tra le venti del nostro paese, recependo una direttiva della Agenzia delle Entrate del 2008, si è dotata già dal 2009 di una specifica normativa per le scuole di musica introducendo un albo REGIONALE dove, a determinati requisiti, le scuole di musica possono iscriversi ottenendo un RICONOSCIMENTO indispensabile per l’esonero Iva ai sensi dell’art. 10 comma 20 della legge 633/72 e non solo. Il nostro sodalizio aveva in precedenza sollecitato le due regioni dell’Italia centrale a darsi una normativa al pari dell’Emilia e Romagna per poter fare da “apripista” al resto delle regioni.

Non è impossibile.

L’iniziativa di SOS MUSICISTI è stata ben recepita e sia il M° Carrara che il dott. Ranieri hanno riferito che si stanno già attivando nelle rispettive sedi.


CONCLUSIONE

Il convegno, unico nel suo genere, è stato utilissimo. Si potrebbe dire: finalmente è stato lanciato il sasso in uno stagno da sempre inspiegabilmente immobile!

Da parte di SOS MUSICISTI c’è ferma intenzione di proseguire l’attività informativa non solo in direzione delle istituzioni, ma anche in direzione degli operatori stessi delle scuole di musica, i quali, presi dagli innumerevoli impegni di questa non facile attività, il più delle volte sono pressoché digiuni di normative e/o opportunità legislative. Vanno aiutati.


IL CONVEGNO E’ STATO PATROCINATO DALLA

E’ doveroso segnalare che le spese per l’evento sono state interamente supportate dalla Siae che, con questo gesto, ha riconosciuto la problematica meritevole di attenzione per l’elevato carattere socio/culturale.  La “donazione” rappresenta un ulteriore segnale di apertura che fa seguito alle note riduzioni tariffarie effettuate su nostra segnalazione già nello scorso anno. Fu un momento storico.


SI COGLIE L’OCCASIONE PER INVITARE A ISCRIVERSI AL NOSTRO SODALIZIO
O A RINNOVARE LA TESSERA PER IL 2016

 

Si tratta dell’unica forma di sottoscrizione al momento possibile. Occorre raggiungere l’autosufficienza economica, senza la quale è inevitabile andare a rilento.

Nel ricordare che è sempre possibile l’iscrizione a titolo gratuito (simpatizzante) si informa che la quota sociale è di soli 10 euro, ma per compensare le spese di spedizione della tessera ed altro, sono ovviamente graditi importi superiori.

Note: L’iscrizione si fa compilando il modulo on line: ADESIONI  e dal 2015 è possibile utilizzare anche PayPal, il cui link è in calce al modulo stesso. 

Per chi è già iscritto, ancorché come simpatizzante (a titolo gratuito – la quasi totalità, purtroppo), è sufficiente effettuare il versamento e darne comunicazione. ATTENZIONE, NON E’ NECESSARIO RIEMPIRE DI NUOVO IL MODULO (a meno che non è cambiato il domicilio o l’indirizzo e-mail), basta un sms al 335 6981277 o mail.

Per chi non ha PayPal, c’è sempre la possibilità del bollettino postale o del bonifico bancario.