Luglio 2016. E’ appena iniziato l’iter di una nuova legge per la musica live.

La proposta di Legge Delega (AC 3842), promossa da ASSOMUSICA e firmata dall’on. Roberto Rampi ed altri 16 parlamentari PD, presentata alla Camera appena due mesi fa, ha già iniziato il suo iter. La proposta, dopo prevedibili audizioni delle categorie interessate – tra le quali, ci auguriamo, anche Sos Musicisti –  dovrebbe essere approvata in tempi brevi da Camera e Senato per poi essere definitivamente trasformata in Decreti Legislativi finalmente “operativi”. Detto così, sembrerebbe l’ennesima trafila a non finire che potrebbe portare con facilità ancora ad un nulla di fatto come nel passato, ma non è così. Le leggi delega, per quanto poco democratiche, sono le più veloci, proprio perché non c’è l’eterno ping-pong delle leggi ordinarie dove ad ogni minimo emendamento la bozza viene rispedita da una camera all’altra.

Roberto Rampi

QUALCHE COMMENTO A CALDO

AD UNA PRIMA LETTURA
Parrebbe che venga data importanza prioritaria all’aspetto culturale della concertistica live nei grandi spettacoli. Infatti solo poche righe sono dedicate alla mancanza pressoché totale di una legislatura sul lavoro, mancanza che costringe al sommerso la stragrande maggioranza dei musicisti nei piccoli eventi. Di qui, forse, l’unanime esultanza da parte di tantissimi nomi di spicco della pop music nazionale che evidentemente non hanno di questi problemi. Hanno infatti firmato l’appello quasi un migliaio di VIP: De Gregori, Arbore, Baglioni, ecc. solo per citarne alcuni, e anche tantissime entità rappresentative della musica, tra cui la Siae. Di critiche nel web non ce n’è affatto e  questo articolo potrebbe sembrare una “voce fuori dal coro”, ma è meglio mettere subito le mani avanti su questa questione. Sos Musicisti è la maggiore associazione rappresentativa di “tutti” gli operatori del settore musicale e quindi, in particolare, di coloro che rappresentano la maggioranza:  i musicisti dei pubblici esercizi e quelli delle scuole di musica.  Assolutamente non è nostra intenzione fare sterile polemica. La nostra vuole essere una critica costruttiva e, piuttosto, peroriamo fin d’ora l’On. Rampi, Assomusica e soprattutto i VIP affinché ci diano appoggio quando sarà il momento delle “audizioni”. Ma continuiamo con la nostra “lettura” della proposta.

IL LATO POSITIVO
La proposta di legge appare decisamente scarna, ma questo va visto quale elemento positivo. Infatti (come già accennato all’inizio dell’articolo), come proposta di legge delega, di norma deve contenere  soltanto principi e criteri direttivi. Come dire che, da parte del governo, in sede di scrittura dei decreti attuativi, potrà essere integrata a piacimento senza dover tornare necessariamente alle Camere. Questa procedura non solo potrà velocizzare il tutto, ma potrebbe permettere alle categorie interessate di presentare osservazioni e proporre correttivi con maggiore tempestività.

Il PROCLAMA INIZIALE (Onorevoli Colleghi, …)
Però, avremmo preferito che l’On. Roberto Rampi, almeno nel Proclama iniziale (Onorevoli Colleghi, ecc),  si fosse speso un po’ di più nel merito dei perversi meccanismi burocratici che ostacolano il lavoro dei musicisti del “piccolo live”: quello dei pochi jazz club (in via di estinzione), quello delle sale da ballo, dove la parte del leone la fanno ormai i ciarlatani della musica, quello dei pub che sopravvivono a fatica a causa della crisi economica, nonostante siano migliaia e dislocati uniformemente su tutto il territorio nazionale, specie in provincia. Settori che, unitamente agli intrattenimenti nei banchetti privati, rappresentano l’unica alternativa al miraggio di poter lavorare in ambiti di spessore.

Su questi problemi, nel “proclama” c’è solo un riferimento nel terzultimo paragrafo dove si legge:

“La delega contenuta nella presente proposta di legge mira a favorire l’adozione di una legge che garantisca la musica popolare e razionalizzi tutte le norme in materia di organizzazione e gestione dello spettacolo dal vivo.

Per il resto, sempre il “proclama”, parrebbe simile a quello della c.d. legge Carlucci della passata legislatura. Legge per la quale (spiace dirlo) a suo tempo si stracciarono le vesti fior fiore di organizzazioni artistiche che miravano solo a mungere denari da uno Stato che era (ed è) sull’orlo del fallimento. Per questo motivo speriamo che almeno ora si presti attenzione alla lotta alla burocrazia. Lì non ci sono costi, anzi c’è da risparmiare.

UN RIMPIANTO (per noi di Sos Musicisti)
La materia era già stata ampiamente sviscerata meno di due anni fa in una precedente disamina in commissione senato (ex affare assegnato 490). In quella occasione Sos Musicisti presentò un’ampia relazione che poteva essere la base di una legge quadro risolutiva. Ma, ahimè, il tutto è finito quasi nel nulla … e ora si ricomincia daccapo. Questo scollamento dimostra come due Camere parlamentari nel nostro paese non sono solo inutili, ma estremamente dannose!

MA OCCORRE ANDARE AVANTI
Nessun problema immediato quindi se non c’è accenno all’agognato “registro dei lavoratori dello Spettacolo“; alla regolamentazione del dilettantismo, eterno elemento di conflittualità tra i musicisti stessi; alla presenza sul mercato di autentici ciarlatani che tolgono il pane di bocca a chi con questo mestiere tenta disperatamente di vivere; nessun problema neanche se non c’è menzione della situazione di estremo disagio fiscale e previdenziale delle scuole di musica, unico baluardo alla diseducazione musicale nel nostro paese. Ci auguriamo però che queste questioni siano affrontate “in corso d’opera”.

E’ RARO CHE UN MUSICISTA RIESCA AD ANDARE IN PENSIONE
Mai, in nessuna proposta di legge del passato, né tanto meno in questa, c’è un accenno alla necessità di un provvedimento “retroattivo” in favore dei tanti musicisti ormai in tarda età che non vedranno mai la pensione a causa del “sommerso” praticamente  “imposto” dallo Stato a causa delle mancate riforme del passato. Questa volta il problema dovrà essere assolutamente affrontato. E qui (di nuovo spiace dirlo) occorre maggiore attenzione da parte dei sindacati e di quelle associazioni che troppo spesso si stracciano le vesti per il pelo e non vedono il palo (chi ha orecchie per intendere …).
E’ tutto scritto nel MANIFESTO DEI MUSICISTI!

NON C’E’ CENNO ALLA MUSICA CLASSICA,
in una legge per la Musica Popolare Contemporanea parrebbe ovvio, ma….
Perché questa macrodistinzione? Perché una legge solo per la musica “leggera”, qui definita “musica popolare contemporanea“ (n.d.r. definizione discutibile, ma non c’è spazio per entrare nel merito), come se gli oltre centomila disoccupati della classica laureati negli ultimi vent’anni negli oltre ottanta conservatori del nostro paese, incatenati ad una burocrazia che li obbliga al sommerso, non avessero gli identici problemi dei colleghi del pop. E’ un falso problema? L’eventuale semplificazione della burocrazia riguarderà anche loro? Sicuramente! Aspettiamo però di vedere fino a che punto la nuova legge toccherà questo tasto.

LE TRE RIGHE ESSENZIALI DELLA LEGGE DELEGA
Entrando nel corpus della legge delega la nostra attenzione è tutta concentrata  sulla lettera “L”  dell’art. 1. dove si parla di:

“riordino e introduzione di norme che, in armonia e coerenza con le disposizioni generali in materia, disciplinino in modo sistematico e unitario il rapporto di lavoro nel settore dello spettacolo della musica contemporanea popolare dal vivo”.

In queste tre righe c’è tutto e, come detto sopra, sta a noi portare all’attenzione dei ministeri di competenza il nostro MANIFESTO DEI MUSICISTI affinché se ne tenga conto nei Decreti Legislativi. Nel nostro documento c’è tutto, almeno per quanto riguarda le questioni più urgenti, … persino una definizione di Musica dal Vivo “pronta all’uso”. E già … perché parrebbe che i relatori si siano ancora una volta dimenticati che non c’è nessuna legge che la definisca!

PER CONCLUDERE: vogliamo una legge che parta da questo principio,

PER FARE LA MUSICA OCCORRONO I MUSICISTI.

Dovrebbe essere scontato, ma non lo è affatto. La dignità di poter lavorare senza orpelli e catene burocratiche, dopo lustri di abbandono legislativo, deve avere la precedenza assoluta!