20.13.2020 – Appello alle istituzioni – 

Premesso che:
1. Per “insegnare musica” in massima parte s’intende “insegnare a suonare uno strumento musicale o a cantare” e non illustrare una qualsiasi materia da una cattedra ad una classe di allievi.
2. Tale forma d’insegnamento è imprescindibile dal ricorso a lezioni di tipo individuale (rapporto uno a uno tra insegnante e allievo), prova ne sia che da sempre è così anche nel comparto AFAM (conservatori di Stato e istituti parificati).
3. E’ presumibile che, proprio in base a questo principio, nella attuale crisi pandemica, nel comparto AFAM la lezione individuale in presenza è concessa seppur in maniera discrezionale, cioè dietro accordo consensuale tra insegnante ed allievo.
4. E’ verosimile che nella “lezione individuale di strumento” (rapporto uno a uno tra insegnante ed allievo), con separatore in plexiglass e altre opportune precauzioni, la possibilità di contagio è irrilevante e non può essere paragonata alla didattica di gruppo nella scuola ordinaria o nell’insegnamento di altre discipline, ancorché quelle nei circoli sportivi.
5. In merito agli spostamenti degli studenti nei mezzi pubblici di trasporto nelle grandi città, il rischio assembramento è inimmaginabile, sia per l’esiguità del numero allievi interessati, sia perché la frequenza delle lezioni di musica (mediamente di un’ora) è diluita nel pomeriggio e in orari non di punta.
6. Anche nella malaugurata ipotesi che la pandemia possa protrarsi ancora per molto.

SI CHIEDE:

Deroga totale, al divieto di lezioni “in presenza” nelle scuole di musica private, ancorché in quelle promosse da associazioni nei c.d. circoli.
Per “deroga totale” si intende: a prescindere dalla età dell’allievo.

 

Motivazioni tecniche sulla inefficienza della DaD (Didattica a Distanza) nell’insegnamento dello strumento musicale.

Da attenta disamina sulla esperienza DaD nella scorsa primavera negli Istituti Afam e nei Licei Musicali, emerge facilmente che, per avere una efficienza sufficiente, occorre che non solo da parte della scuola, ma anche da parte dell’allievo la connessione a Internet sia delle migliori. Ma in tanti piccoli centri, nonché in molte periferie, l’efficienza non c’è e/o la Fibra Ottica non è proprio presente.
Di conseguenza, troppo frequentemente accade che:

1. La connessione subisca interruzioni (va “a singhiozzo”), al punto che, per ovviare, si ricorre spesso alla eliminazione del video … con impossibilità per l’insegnante di “osservare” la corretta postura e il posizionamento delle mani dell’allievo sullo strumento;

2. Con il ritardo del segnale sonoro (latenza) – problema secondario nel parlato – salvo il ricorso a costosi software, è pressoché impossibile suonare in sincronia, necessità inderogabile, non solo per i “duetti”

3. La resa fonica è inadatta al suono degli strumenti musicali. Infatti, le piattaforme (Meet, Zoom, ecc.) sono concepite per le comunicazioni verbali, cioè con un “taglio di frequenze” tarato sulla banda media della voce umana (il parlato) con conseguente eliminazione delle frequenze più alte e più basse, frequenze indispensabili per gran parte degli strumenti musicali degli strumenti musicali;

4. La necessaria “compressione” del contenuto sonoro per agevolare la trasmissione dei dati, riduce lo spettro armonico dei suoni rendendoli sgradevoli e inadatti all’insegnamento di un’arte universalmente ritenuta sublime.

Motivazioni sociali soggettive

Le Scuole di Musica, diffuse capillarmente su tutto il territorio nazionale, sono in massima parte costituite in associazioni no profit (circoli) e occupano musicisti/insegnanti spesso titolati, ma altrimenti disoccupati.
A seguito della pandemia da Covid, i soggetti coinvolti – che già operano per compensi così esigui da far considerare l’attività dell’insegnamento della musica quale un lavoro ai limiti del volontariato – hanno visto azzerate le occasioni di occupazione in ambito concertistico o di musica d’intrattenimento. Di conseguenza, il pur magro reddito derivante dalle lezioni di musica, ora più che mai, è indispensabile al loro sostegno economico.

Motivazioni sociali oggettive

L’associazione Sos Musicisti, ritiene che le scuole di musica private siano il principale baluardo alla dilagante ineducazione musicale nel nostro paese e andrebbero incoraggiate, non ostacolate.
http://www.sosmusicisti.org/le-scuole-di-musica/

Esse surrogano persino lo Stato che, per ovvi motivi di costi, mai potrebbe arrivare a risolvere il problema succitato, come nelle buone intenzioni del documento FARE MUSICA TUTTI emesso già nel 2009 dal Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica, entità voluta dal MIUR nel 2006. Comitato tutt’ora operativo.
https://www.miur.gov.it/comitato-musica
https://archivio.pubblica.istruzione.it/comitato_musica_new/allegati/musica_tutti.pdf

caro musicista, insegnante o promotore di Scuola di Musica,
se sei arrivato a leggere fino a questo punto e condividi ciò che è stato scritto,
ti chiedo cortesemente di iscriverti CONCRETAMENTE a Sos Musicisti.
Per iscriversi bastano due minuti e si può aderire anche a titolo gratuito.
E’ sufficiente compilare il modulo online a cui si accede dal menù ADESIONI.
Non si assume nessuna responsabilità .. si concorre a FAR NUMERO !!!
Grazie
Victor Solaris – 335 6981277